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Diritti riproduttivi, salute, autodeterminazione

In Fondamenta crediamo che ogni persona debba poter scegliere liberamente in merito alla propria salute riproduttiva, senza ostacoli culturali, giuridici o istituzionali. Il diritto all’aborto non è solo una conquista storica, ma una condizione essenziale per l’autodeterminazione individuale. Difendiamo il diritto di interrompere una gravidanza, ma anche quello di essere ascoltatə, accompagnatə, rispettatə nelle decisioni prima, durante e dopo.

Crediamo anche nel diritto all’informazione, troppo spesso negato a chi vive un aborto spontaneo o terapeutico. Ogni persona ha il diritto di conoscere cosa accade al proprio corpo, di scegliere le cure a cui sottoporsi e di esprimere la propria volontà in merito alle modalità di sepoltura, conservazione o anonimato. Le istituzioni hanno il dovere di rispettare queste scelte e non sostituirle con ideologie o pratiche arbitrarie.

La violenza medica: quando la cura diventa abuso

La violenza medica è un fenomeno diffuso e sistemico, che si manifesta quando unə pazientə viene trattatə senza rispetto, senza consenso e senza ascolto. Non si tratta solo di errori, ma di un insieme di pratiche e atteggiamenti che, consapevolmente o meno, ledono la dignità e i diritti delle persone.

Può accadere ogni qualvolta vengano prescritti esami invasivi senza reale necessità, oppure quando un trattamento venga eseguito senza che lə pazientə sia statə informatə in modo adeguato. La violenza medica è subdola: si mimetizza nel linguaggio della cura, approfitta della vulnerabilità e si impone nella relazione asimmetrica tra chi ha bisogno e chi detiene il sapere medico.

Violenza ostetrica: il corpo come campo di battaglia

All’interno della violenza medica, riconosciamo una forma specifica e strutturale: la violenza ostetrica. Essa colpisce le donne e le persone con utero in momenti delicatissimi della vita, come la gravidanza, il parto, l’aborto o le visite ginecologiche. È una violenza che si manifesta con pratiche invasive senza consenso, commenti offensivi, giudizi sui corpi, banalizzazione del dolore o assenza di cure.

Non è una questione di “cattivi medici”, ma di un sistema che spesso considera il corpo femminile come qualcosa da controllare più che da curare.

Il silenzio fa male. La consapevolezza protegge

Molte persone non riescono nemmeno a nominare quello che hanno subito: perché è successo in un ospedale, perché chi lo ha fatto indossava un camice, perché “tanto succede a tutte”. Ma la violenza ostetrica esiste, ha un impatto fisico e psicologico duraturo e non può essere normalizzata. Serve un cambio di paradigma: la salute deve essere centrata sulla persona, sul consenso, sull’ascolto e sulla libertà.

Fondamenta lavora per rendere visibile ciò che spesso viene ancora nascosto o negato. Siamo convintɜ che la consapevolezza, l’informazione e la possibilità di agire siano strumenti fondamentali per cambiare il sistema e garantire giustizia.

Se ti è successo, non sei solə

Se pensi di aver subito una violenza ostetrica, un abuso medico, una violazione del tuo diritto all’aborto o alla scelta, sappi che non sei solə. Fondamenta è qui per ascoltarti, offrirti supporto legale e aiutarti a far valere i tuoi diritti.

📩 Contattaci: insieme possiamo far sentire la tua voce e aprire la strada a un cambiamento necessario.

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